MEDICINA DELLO SPORT

Perché la corsa all’aperto risulta meno faticosa di quella su tapis roulant?

Sul tappeto manca la spinta del corpo in avanti e si tende a sollevare il piede, con un maggior affaticamento muscolare che può portare all’infiammazione dei tendini

Amo molto la corsa, ma non sempre, a causa del maltempo, riesco a fare jogging all’aria aperta e mi adatto a utilizzare il tapis roulant. Trovo però l’esercizio fisico molto più faticoso e spesso mi devo fermare per la stanchezza. Perché, visto che corro per gli stessi periodi di tempo e – mi pare – alla stessa andatura?

Risponde Gianfranco Beltrami, docente di Scienze motorie all’Università di Parma

I tipi di tapis roulant

Va precisato innanzitutto che ci sono due tipi di tapis roulant: quelli magnetici, poco adatti per la corsa, e quelli motorizzati, cui lei fa senz’altro riferimento e il cui uso, secondo diversi studi comparativi, è effettivamente meno gradito ai podisti rispetto alle uscite all’aperto, perché gli allenamenti «al chiuso» risultano più noiosi, più faticosi e meno «rivitalizzanti», allenanti e soddisfacenti. La corsa all’aperto, peraltro, essendo vario l’ambiente circostante, la superficie di corsa e il paesaggio, risulta ovviamente meno monotona, specie se gli allenamenti sono lunghi.
Detto questo, correre sul tappeto è, per certi versi, innaturale e difficoltoso; per altri più facile.

Gli svantaggi del tapis roulant

Cominciamo dagli aspetti meno vantaggiosi: l’uso del tapis roulant può risultare più faticoso perché viene a mancare la spinta del corpo in avanti, poiché il movimento del tappeto porta indietro il piede proprio nel momento in cui l’avampiede dovrebbe spingere in avanti il corpo. Mancando la spinta in avanti si lavora di più coi quadricipiti e per evitare il contatto col nastro si tende a sollevare di più il piede, con maggior sforzo del muscolo tibiale anteriore. Ciò può comportare infiammazione di alcuni tendini e maggior affaticamento muscolare, specie a velocità elevate.
Gli ambienti chiusi, poi, se da un lato hanno il vantaggio di consentire la pratica della corsa anche quando fuori è buio e a dispetto di ogni condizione atmosferica, dall’altro spesso sono umidi e causano una maggiore dispersione del calore attraverso la sudorazione, cosa che riduce la resistenza agli sforzi prolungati e intensi. Diversamente dalla corsa all’aperto, infine, quella al chiuso, per la regolarità dell’appoggio sul tapis roulant, non «allena» la capacità propriocettiva (la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista) del piede e della caviglia: un aspetto, questo, da tenere a mente quando si torna poi ad allenarsi nella corsa all’aperto su terreni diversi e irregolari. La differenza tra allenamento all’aria aperta e in palestra è ancora più evidente nel ciclista che alternativamente usa bike e pratica spinning in palestra, effettuando un lavoro aerobico che richiama il gesto atletico del ciclismo ma su uno strumento perfettamente stabile, che non allena per niente equilibrio, propriocezione e orientamento, bensì solo le qualità cardiovascolari.

La corsa all’aperto

Però, come si è detto, correre sul tapis roulant è, per altri aspetti, più facile: manca la resistenza dell’aria e, grazie all’elasticità del tappeto, si riduce l’impatto del corpo all’appoggio, con conseguente minor lavoro dell’apparato cardiorespiratorio a parità di velocità e pendenza. Per avere una sollecitazione sull’apparato cardiovascolare simile a quella della corsa su strada, infatti, si dovrebbe correre sul tapis roulant con una pendenza di circa l’uno per cento. E ancora, sotto il profilo psicologico, alcuni trovano sia di sprone, correndo sul tapis roulant, poter leggere in tempo reale sul display la distanza coperta, la stima del consumo calorico, la frequenza cardiaca, poter variare la velocità di corsa e la pendenza creando un tragitto anche in salita la cui difficoltà può essere decisa momento per momento. A parte questi fattori, comunque, la corsa sul tappeto deve rappresentare un’opzione di riserva quando non si può proprio correre all’aperto. La corsa all’aperto (in un ambiente, si spera, non inquinato), infatti, offre il vantaggio primario di esporre il corpo all’aria e alla luce solare, con conseguente attivazione della vitamina D, indispensabile alla nostra salute. Ci abitua, poi, ad affrontare diverse condizioni climatiche, permettendoci di rafforzare le difese immunitarie e di ridurre così il rischio di infezioni batteriche e virali. Infezioni che è invece possibile contrarre in un ambiente sicuramente meno salubre, come è quello della palestra. In ogni caso, sia che si corra all’aperto, sia che si corra al chiuso, sono sempre importanti un abbigliamento adeguato che faciliti la dispersione del calore, calzature idonee, costante idratazione.

Articolo ricavato da: www.corriere.it/salute – del 23 marzo 2015