VACCINO ANTINFLUENZALE: NON è L’UNICA SCELTA POSSIBILE

“Il corpo umano è la farmacia di Dio ed ha in sè tutti i liquidi, farmaci (…) che la saggezza di Dio ha pensato necessari alla felicità dell’uomo ed alla sua salute”.

Anche A.T. Still, il padre dell’Osteopatia, già due secoli fa confermava quanto superfluo, in alcuni casi, potesse dimostrarsi l’utilizzo dei farmaci o “veleni”, se si analizza l’etimologia del termine. Sebbene, in astratto, il vaccino dovrebbe favorire l’immunità dell’organismo contro certe malattie, in realtà la pratica mostra che l’intero sistema difensivo può esserne molto indebolito.
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L’argomento torna di attualità ogni anno soprattutto in prossimità dell’inverno e della campagna per i vaccini influenzali. “Inefficaci” secondo quanto dichiarato anche quest’anno dal dott. Eugenio Serravalle, pediatra da sempre impegnato a favore dell’informazione in merito al tema dei vaccini.

Dopo lo scandalo dell’anno scorso, dopo i milioni di euro spesi dallo Stato italiano per il “vaccino truffa” H1N1 di cui ad oggi non c’è un colpevole, ma solo tante vittime ad esso sottoposte obbligatoriamente, ecco aprirsi una nuova discussione sulla vaccinazione contro l’influenzale stagionale (che conterrà, oltre all’ H3N2 A/Perth e B/Brisbane, il famoso A/H1N1), sulla scia dell’insuccesso della campagna vaccinale 2009 contro l’influenza pandemica, rifiutata da pazienti e medici e dai dubbi e le polemiche sulla sicurezza e l’efficacia della vaccinazione.
Unica “vittima” di questa pseudo – pandemia sarebbe stata, si legge nel messaggio a firma del dott. Serravalle, “la credibilità della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha subito un serio contraccolpo, dopo la pubblicazione del Rapporto approvato dalla Commissione Salute dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Le accuse sono l’aver scatenato un allarme eccessivo sotto le pressioni delle case farmaceutiche, inducendo i governi a far fronte a una pandemia niente affatto pericolosa con l’acquisto di dosi massicce di vaccini e di antivirali, e l’esistenza di conflitti di interesse dei membri della commissione di esperti sulla pandemia”.

Questo è stato il tema dell’incontro tenuto dal dr. Serravalle a Bologna, lo scorso 6 novembre, in cui cerca di “fornire informazioni che spesso vengono taciute – come lui stesso ha dichiarato – sulle vaccinazioni obbligatorie o consigliate”. Fino a che punto il vaccino contro l’influenza, per il quale ad ogni autunno assistiamo a questa mobilitazione dei distretti socio-sanitari, farmacie, autorità sanitarie, associazioni di medici e specialisti, telegiornali (confezionatori ad hoc di pubblicità mascherata da informazione), mette al riparo dalla minaccia ricorrente di finire a letto con la febbre?
E’ questo l’interrogativo al centro della missiva inviata da Serravalle, un interrogativo risolto con risposte tutt’altro che scontate.

Gli equivoci sul vaccino influenzale

Stando ai chiarimenti del pediatra, bisogna sapere, infatti, che l’influenza è impossibile da distinguere da altre forme virali in base ai soli sintomi clinici. Si usa il termine di Influenza-Like Illness per definire le malattie simil-influenzali, di cui la vera influenza, quella verso la quale esiste il vaccino, rappresenta circa il 10% del totale, secondo alcuni studi addirittura solo il 6%.
Questa confusione è un motivo di distorsione nella valutazione dell’impatto sociale, della morbilità e della letalità della influenza, che può essere diagnosticata con certezza solo attraverso esami di laboratorio. E’ su questo equivoco che si genera molto della propaganda: si trascura di ricordare che il vaccino può immunizzare unicamente dai virus contro cui è mirato, e che si presuppone circoleranno, ma non ha azione alcuna nei confronti della miriade di agenti infettivi (circa 500 tra tipi e sottotipi) responsabili delle sindromi influenzali che rappresentano la fetta più grande delle patologie dell’autunno e dell’inverno. Incoraggiando una falsa speranza (se ti vaccini, quest’inverno non ti ammalerai) l’industria riesce a gonfiare i consumi del farmaco. Altro aspetto critico è la scelta dei tipi di virus contenuti nel vaccino. Solo se c’è corrispondenza esatta tra virus circolante e virus contenuto nel vaccino ci può essere azione, altrimenti l’effetto sarà nullo. Ogni anno appare una versione differente da quella precedente. Per questo ogni anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed i Centers for Disease control and prevention americani effettuano delle previsioni sui tipi influenzali che circoleranno e decidono quali ceppi inserire nella vaccinazione contro l’influenza stagionale.

Prove scientifiche screditano i vaccini

Gli studi finora condotti sono stati raccolti in 7 revisioni sistematiche che sintetizzano le prove disponibili per quantità e qualità metodologica. Le prove scientifiche dimostrano che:

  • i vaccini nei bambini al di sotto dei 2 anni sono efficaci come il placebo, cioè niente;
  • non vi sono prove che i vaccini riducano la mortalità né tra i bambini e che tra gli adulti;
  • l’assenza dal lavoro degli adulti occupati è ridotta di circa due ore solamente;
  • non vi è correlazione fra incidenza dell’influenza e riduzione della mortalità e copertura vaccinale negli anziani istituzionalizzati.

Il vaccino antinfluenzale è un esempio emblematico della comunicazione imperfetta tra ricerca scientifica e pratica medica. La campagna vaccinale non si basa su evidenze scientifiche, ma sull’intreccio tra l’industria che produce i vaccini, ed istituzioni che adottano scelte e comportamenti spesso all’ombra di conflitti di interesse.

Alcuni dati europei

In queste settimane abbiamo appreso che la Finlandia ha bloccato la somministrazione del vaccino H1N1 nel timore di una relazione tra il vaccino e l’aumento dei casi di narcolessia (il 300% negli ultimi sei mesi tra bambini e giovani). Anche in Svezia l’Agenzia Nazionale per i farmaci (MPA), dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di casi di narcolessia che si sospettano legati alle vaccinazioni, ha informato l’Agenzia Europea per la Medicina (EMA)
Un Comitato di vigilanza indagherà sul possibile rapporto causale, dopo analoghe segnalazioni provenienti da altri paesi europei, quali NorvegiaFrancia eGermania.